GUCCI O NON GUCCI?

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Tutti ne parlano, tutti lo criticano e da quello che vedo pochi lo amano.

Sto parlando ovviamente del famoso “albero” di Natale che il brand Gucci ha deciso di regalare alla città di Milano di cui metto qui sotto una mia rielaborazione artistica giusto per contribuire al gusto estetico natalizio.

Penso anche che il verbo “regalare” sia utilizzato in modo improprio, visto che è frutto di una somma abbastanza significativa in termini di sponsorizzazione economica.

In effetti vederlo dal vivo fa una certa impressione!.

Posso dire con inquietudine che la sua visione genera una reazione sicuramente “indigesta” almeno per uno come me che ama un certo tipo di design non “urlato“.

Chi mi conosce potrebbe dirmi: “…parli proprio tu che fai quadri materici sicuramente non convenzionali“.

Vero anzi verissimo e il mio #Artelier è saturo di creazioni esperienziali.

Però in questo caso si tratta del mio spazio che posso e voglio condividere con amici e appassionati su specifica richiesta, senza imporre il mio gusto e la mia visione a nessuno.

Ma questo è un altro discorso e non sono qui certo per polemizzare sul fatto che un bellissimo spazio come quello della galleria di Milano dovrebbe meritarsi principalmente arte e cultura e non “altro di dubbio gusto”.

Mi fermo un attimo per ripartire da una vecchia regola di marketing, (una volta si chiamava semplicemente pubblicità), oggi tutto è diventato “marketizzabile”.

"PARLATENE MALE MA PARLATENE"

Prima riflessione

Per fare un ripasso formativo mi sono andato a riprendere la mia copia, (sempre presente sulla mia scrivania), della bibbia del Marketing nonché il famoso Marketing Management.

Mi sono andato a rileggere a pagina 369 il paragrafo “Che cos’è il valore della marca” soffermandomi nello specifico nella parte riservata al “ruolo delle marche“.

Penso che è sempre piacevolmente utile ripassare i concetti fondamentali su cui si basa questo mondo schizofrenico dell’apparire e del essere.

C’è un passo che mi ha fortemente colpito e ha riportato il mio pensiero di addetto ai lavori ad una regola fondamentale del marketing.

 

Il valore della marca basato sul cliente è quindi il diverso effetto che la conoscenza della marca ha sulla risposta del consumatore alle strategia di marketing dell'impresa che la usa per i propri prodotti o servizi. Una marca ha un valore positivo se i consumatori hanno una reazione più favorevole verso un prodotto e il modo in cui viene proposto quando la marca viene identificata rispetto a quando non lo è.

Seconda riflessione

Che tipo di reazione favorevole si aspettano i responsabili di questa azione di marketing? Vendere più bauli e valigie con il marchio Gucci? Oppure vendere un nuovo concetto di mattoncini tipo “lego” da introdurre sul mercato?

Ho pensato anche che la decisione presa fosse frutto da una vera e propria scelta di design e allora per completare l’opera di ripasso mi sono andato a rileggere il capitolo riferito a tale argomentazione:

Il design costruito dall'insieme delle caratteristiche che influenzano l'aspetto, le sensazioni e el funzioni di un prodotto per come viene percepito da un consumatore. Offre benefici funzionali (per esempio l'ergonomia e il confort) ed estetici (e quindi sensazioni edonistiche ed emozioni di vario genere), e fa appello quindi sia alla sfera emotiva sia alla razionalità.

Perfetto ho pensato!

Ho trovato la chiave di lettura.

Al posto di fare un albero riconducibile alla tradizione hanno voluto fare una cosa che di natalizio e tradizionale non avesse nulla per creare una sensazione edonistica basata sulla razionalità di una forma geometrica natalizia (il cubo).

Ma poi pensandoci bene ho avuto difficoltà nel trovare un senso logico in tutto questo (sarà una mia limitazione?).

Pensate che visibilità avrebbe avuto una città come Milano se i maggiori brand del lusso avessero creato una mostra a cielo aperto delle loro migliori interpretazioni del “loro” albero di Natale. Un percorso creativo, di bellezza e di design donato a Milano in periodo natalizio di grande vitalità e sentimento (si spera).

Sarebbe stato magnifico vedere nelle più importanti via della città gli “alberi natalizi” creati dai più importanti brand, (#Armani, #DG, #Trussardi, #Prada, #Gucci, #Prada, ecc).

Una sorta di #fashionweek natalizia riservata agli alberi come forma non solo di creatività ma di bellezza in un ottica di un nuovo umanesimo dell’etica emozionale.

Alla riscoperta di valori che forse oggi hanno perso il senso del “essere” per limitarsi solo in quello “dell’apparire”.

Sarebbe stato molto bello e i milanesi e chiunque, avrebbe vissuto questa esperienza apprezzandola moltissimo, senza vivere la polemica sul bello o sul brutto che oggi siamo costretti a subire a causa di una limitata e piccola visione che alla fine ha partorito solo un piccolo mostriciattolo ben remunerato ma che deduco sarà assai poco amato.

Terza riflessione

Si poteva quindi far di meglio o la volontà di non fare é stata una scelta assai molto ponderata e voluta?. Fare cassa è diventato così vitale per le problematiche della città di Milano e per una amministrazione comunale che sta facendo di dazzi, marchette e donazioni forzate la sua peggiore caratteristica?

Il dubbio su questo quesito è molto forte.

Faccio fatica a pensare che il comune di Milano abbia deciso “per qualche dollaro in più” di lavarsi le mani e di non curare al meglio un importante simbolo natalizio,che per molti cittadini rappresenta ancora oggi un segno etico di rappresentanza dei valori, dei simboli e di una concezione di vita molto più radicata di quello che si vuol far credere che non sia.

Forse abbiamo tutti sbagliato, questo non è il vero albero di natale di Milano ma solo un’installazione artistica fatta da un brand del lusso abituato a ricordare ai propri clienti/consumatori di comprare qualche loro prodotto in più per le feste di Natale 2023, poco più di un cartellone pubblicitario.

Sono convinto decisamente che sia stata sbagliata la posizione di questa “installazione artistica”.

Penso che il tutto, (non mi sento di chiamarlo albero), non doveva essere posizionato in galleria ma di fronte al Comune di Milano, di fatto luogo più degno e consono a livello di rappresentanza per la sua “scarsa bellezza”.

Quarta riflessione

Era meglio non farlo l’albero? Almeno in quel posto?

Sono convinto decisamente che sia stata sbagliata la posizione di questa “installazione artistica”.

Penso che il tutto, (non mi sento di chiamarlo albero), non doveva essere posizionato in galleria ma di fronte al Comune di Milano, di fatto luogo più degno e consono a livello di rappresentanza per la sua “scarsa bellezza”.

 

 

  • Conclusione: Facciamo così allora: per il 2023 l’albero in Galleria a Milano non è stato fatto. Quest’anno lo abbiamo saltato sarà per una prossima volta magari sperando che chi dovrà decidere in un futuro possa avere un’illuminazione natalizia più reale e concreta senza fare inspiegabili voli pindarici che alla fine oltre ad essere pericolosi possono anche far male.

 

Vi lascio con un caro saluto di buona continuazione in questo Natale 2023, sono sicuro che il Vostro albero sarà bellissimo come è giusto che sia.

Giovanni Corbetta

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